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2006-04-17

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2006-07-23

A Roma la conferenza internazionale sul Libano

Si terrà il 26 luglio nella capitale il summit tra il segretario di Stato Usa, Condoleeza Rice, e i rappresentati arabi ed europei

NEW YORK - Si terrà a Roma il summit internazionale tra Condoleeza Rice, i leader dei Paesi arabi e rappresentanti di Paesi europei. Il segretario di Stato americano partirà domenica con il compito di cercare una soluzione diplomatica alla crisi mediorientale. La Rice incontrerà in Israele il primo ministro Ehud Olmert e poi il presidente dell'autorità palestinese Abu Mazen in Cisgiordania. Il 26 luglio parteciperà a una conferenza internazionale sul Libano ospitata in Italia. "Ritengo particolarmente significativo che si sia deciso di tenere a Roma la riunione del Core group dei ministri degli Esteri sul Libano - ha affermato il premier Romano Prodi - Considero che la decisione di riunirsi in Italia costituisca un riconoscimento degli sforzi fatti dal nostro governo per creare un percorso di pace in Medio Oriente". Al summit, che si terrà alla Farnesina, parteciperanno, oltre alla Rice, il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, i colleghi di Russia, Francia, Gran Bretagna, Germania e della Commissione europea, e alcuni esponenti arabi (Egitto, Arabia Saudita e Giordania). Sarà presente anche un rappresentante dell'Onu e della Banca mondiale.

PIANO - Nel frattempo, in un briefing al Dipartimento di Stato, proprio la Rice ha delineato la posizione americana in merito alla crisi: "Una tregua sarebbe una falsa speranza, se non ci fossero le condizioni perché ne derivi una

pace duratura". Il segretario di Stato ha poi ribadito la richiesta degli Usa dell'"immediata liberazione" dei soldati israeliani presi in ostaggio da Hezbollah, come una delle condizioni indispensabili per superare l'attuale crisi. Il capo della diplomazia a stelle e strisce ha lanciato anche un appello a Israele ad agire con cautela nelle operazioni militari di questi giorni. Pur sottolineando con forza le responsabilità di Hezbollah nella crisi attuale ("sono loro la causa del problema"), il segretario di Stato americano ha esortato gli israeliani a cercare di evitare di colpire civili e infrastrutture civili in Libano.

RISOLUZIONE 1559 - La Rice ha ribadito che gli sforzi della comunità internazionale devono concentrarsi nella completa applicazione della risoluzione delle Nazioni Unite 1559, che prevede l'abbandono dal Libano di " tutte le rimanenti forze militari straniere presenti nel Paese, il disarmo e lo scioglimento delle milizie libanesi e straniere presenti in Libano, l'estensione del controllo del Governo di Beirut a tutto il territorio nazionale". Il governo libanese, ha detto la Rice, "è un governo buono, giovane e democratico" e numerosi sono stati in questi giorni i contatti con il premier Fuad Siniora. Il segretario di Stato non ha nascosto che gli sforzi diplomatici per la soluzione della crisi saranno difficili ma, ha ribadito, ci vuole un "impegno" di tutti per la piena applicazione della risoluzione 1559. Solo così si potrà parlare di un cessate il fuoco. La Rice si dice convinta che l'operazione di terra che Israele starebbe organizzando al confine con il Libano non porterà a un allargamento del conflitto. "Gli israeliani - ha dichiarato - hanno detto di non voler allargare questo conflitto e io li prendo in parola". Il segretario di Stato Usa ha avvertito che un'eventuale forza di interposizione al confine sud del Libano dovrà essere "robusta" e ha affermato di non prevedere che possano farne parte soldati americani.

22 luglio 2006

ECCO IL SUNTO DEGLI AVVENIMENTI CHE FA IN MANIERA MOLTO PUNTUALE IL CORRIERE DELLA SERA, E CHE SI POSSONO LEGGGERE SUL SITO DEL CORRIERE ALLA Pg.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/07_Luglio/14/gazatappe.shtml

L'escalation delle violenze

Medio Oriente, alta tensione dal 25 giugno

Dal rapimento del soldato israeliano all'attacco del Libano, le tappe fondamentali del riacceso conflitto nei Territori

Dal rapimento del soldato israeliano all'attacco israeliano nel Libano, le tappe fondamentali del riacceso conflitto mediorientale

25 GIUGNO Sale la tensione nella Striscia di Gaza. All'alba militanti palestinesi attaccano una postazione di confine controllata dagli israeliani. Nel raid muoiono quattro persone. E' il primo attacco mortale lanciato dalla Striscia di Gaza contro Tel Aviv dal ritiro delle truppe israeliane, la scorsa estate. I militanti palestinesi rapiscono il caporale israeliano Ghilad Shalit.

26 GIUGNOI capi di Hamas nel mirino di Israele. Il primo ministro israeliano Olmert ordina allo Stato maggiore di prepararsi per una grande offensiva, in risposta alla cattura del caporale Shalit. Il premier Olmert respinge la richiesta dei militanti di liberare donne e detenuti nelle sue carceri in cambio di informazioni sul soldato israeliano rapito.

27 GIUGNO Dura offensiva di Israele nella Striscia, a due giorni dal rapimento del soldato da parte di miliziani palestinesi. "Che nessuno entri e nessuno esca" stabilisce il premier Ehud Olmert. La chiusura avviene sul versante israeliano della Striscia. Sul mare pattugliano le motovedette israeliane. Il governo di Olmert approva un piano di contingenza che taglierebbe le forniture di cibo, acqua e gas alla Striscia se il soldato 19enne non dovesse essere rilasciato. Nel frattempo, Hamas e Fatah raggiungono un accordo di principio su un documento che auspica la soluzione dei due stati per chiudere il conflitto mediorientale, riconoscendo quindi implicitamente lo stato di Israele.

28 GIUGNO I carri armati israeliani avanzano nella Striscia di Gaza da sud e da nord alla ricerca del soldato rapito. Ehud Olmert ripete che l'obiettivo principale dell'operazione militare è riportare a casa il soldato rapito. "Non intendiamo rioccupare Gaza - dice il premier -. Ma siamo pronti ad azioni estreme per liberare Gilad".

29 GIUGNO Viene ucciso un giovane colono sequestrato in Cisgiordania. Il corpo di Eliahu Asheri, 18 anni, viene trovato dai militari israeliani vicino al villaggio di Beitunia, a poca distanza da Ramallah. Era stato sequestrato mentre faceva l'autostop da Gerusalemme verso casa.

30 GIUGNO Israele intensifica i raid aerei contro la Striscia di Gaza, colpendo una trentina di obiettivi fra cui l'edificio del ministero degli Interni a Cittá di Gaza. Prosegue intanto una mediazione sotto gli auspici del presidente egiziano Hosni Mubarak con la Siria e il leader dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal, in esilio a Damasco, con l'obiettivo di ottenere la liberazione del soldato israeliano rapito. nel frattempo arrivano anche le accuse di Hamas a Israele "Vuole annientarci: fallirà".

1 LUGLIO Il presidente Abu Mazen ha deciso di parlare per la prima volta dal rapimento del caporale Gilad Shalit. "Le trattative non sono a un punto morto, un accordo può essere raggiunto" dice Abu Mazen, ammettendo però che uno dei problemi è con chi trattare. "I leader di Hamas all'estero dicono che le decisioni sono nelle mani dell'ala militare a Gaza. L'ala militare a Gaza risponde che tutto dipende dai leader all'estero. Il premier Ismail Haniyeh non sembra avere alcun ruolo in quello che sta succedendo". Risultato: "I negoziatori egiziani non sanno a quale porta bussare". I tank dell'esercito israeliano intanto vengono attaccati dai miliziani nella Striscia. Il governo Olmert: no allo scambio dei prigionieri.

2 LUGLIOUn elicottero israeliano lancia un razzo il contro l'ufficio del primo ministro palestinese di Hamas Ismail Haniyeh, a Gaza City. Pochi minuti dopo un altro missile israeliano colpisce la al Arqam School, sempre a Gaza, fondata dallo sceicco Yassin. Il premier palestinese Ismail Haniyeh condanna duramente l'attacco aereo israeliano definendolo un "attentato contro un simbolo del popolo palestinese" e annuncia vendetta. Il premier israeliano Olmert replica: "Faremo tutto il possibile per liberare l'ostaggio". Hamas intanto lancia un ultimatum: "Se l'occupante non comincia a liberare i detenuti palestinesi, considereremo chiuso il caso del soldato".

3 LUGLIO Israele "non si arrenderà ai ricatti": questa la risposta del premie israeliano Olmert allo scadere dell'ultimatum di 24 ore lanciato dai rapitori del soldato. "Non negozieremo con i terroristi" precisa OLmert. Intanto i gruppi che tengono prigioniero il soldato fanno sapere che non hanno intenzione di uccidere il sequestrato.

4 LUGLIO Scaduto l'ultimatum, i rapitori scelgono una tecnica alla libanese: nessuna notizia sul caporale Gilad Shalit, in una guerra di nervi con il governo israeliano.

5 LUGLIO Israele intensifica l'offensiva su Gaza. La "Pioggia d'estate" si trasforma in una tempesta. Dal governo israeliano arriva il via libera allo Stato maggiore perché estenda l'operazione nel nord di Gaza. Le truppe e i tank di Tsahal si posizionano tra le macerie dei vecchi insediamenti evacuati meno di un anno fa. Le dune deserte di Elei Sinai sono usate come base di lancio per i Qassam: due razzi nuovo modello colpiscono Ashkelon, città di 120 mila abitanti, sulla costa. Dura la denuncia dell'Onu: "Violati i diritti umani".

6 LUGLIO - Battaglia tra l'esercito e Hamas: ventuno palestinesi restano uccisi in un'operazione dell'esercito israeliano il cui obiettivo è fermare i lanci di razzi Qassam contro il sud di Israele. il ministro degli Interni di Gaza ordina alle forze di sicurezza: "sparate sui soldati israeliani".

7 LUGLIO Nuove incursioni di Israele a Gaza: muoiono otto palestinesi. Il governo israeliano discute per la prima volta di uno scambio di prigionieri. I rapitori del soldato fanno sapere: "La via per salvarlo è trattare".

8 LUGLIOHamas propone una tregua e Israele rifiuta: "Prima deve essere liberato il nostro soldato". Incursione notturna dell'esercito israeliano a Gaza City, mentre comincia il ritiro delle truppe da Beit Lahiya. Uccisa una madre palestinese con i due figli.

9 LUGLIO Emissari di Abu Mazen in Siria per convincere Meshal a far rilasciare il soldato rapito. Il premier israeliano Olmert: "L'offensiva di Gaza è una guerra senza scadenze". Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan chiede l'accesso immediato degli aiuti nella Striscia.

10 LUGLIO Interviene il "duro" di Hamas. Khaled Meshal, leader di Hamas all'estero, riappare a Damasco per insistere perché Israele accetti uno scambio di prigionieri per la liberazione del caporale Gilad Shalit. No del premier israeliano Olmert.

11 LUGLIOUn palestinese è ucciso e quattro rimangono feriti in un raid dell’aviazione militare israeliana sferrato a Beit Hanun, nel nord della Striscia di Gaza. "Una forte esplosione ha fatto scuotere stamani il nord della striscia di Gaza" riferisce l'undici luglio la tv satellitare araba Al Jazira.

12 LUGLIOSi profila lo spettro di una nuova guerra del Libano: la milizia libanese filoiraniana degli Hezbollah rapisce due soldati israeliani. Immediata la risposta del premier Ehud Olmert che invia truppe di terra e cacciabombardieri in un'offensiva nel sud del Libano. Nel frattempo, sul fronte palestinese, un altro raid israeliano a Gaza causa più di venti vittime.

13 LUGLIO Pioggia di razzi israeliani sul Libano, almeno ottanta i lanci . Attaccata anche Haifa. Beirut viene colpita al cuore: razzi sull'aeroporto, la capitale è isolata. Nella rappresaglia nel Sud del Paese muoiono 55 civili. Con dieci voti a favore, quello contrario e determinante degli Stati Uniti, e 4 astenuti, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite boccia la bozza di risoluzione proposta dal Qatar che condannava l’operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza.

14 LUGLIO -
Raid su Beirut. Bombe su un aeroporto e su una base palestinese nella Bekaa. Oltre 50 morti e 150 feriti. Razzi di Hezbollah sull'Alta Galilaa. Olmert: "Cessate il fuoco a 3 condizioni". Hezbollah: "Pronti alla guerra totale"

15 LUGLIO -
Libano: bomba su un pullman, strage di civili. Colpiti i porti di Beirut e Tripoli. Raid anche nella città dei templi romani. Evacuati dalle zone di crisi i cittadini occidentali. Razzi di Hezbollah contro Tiberiade. Appello del premier libanese: "L'Onu deve imporre il cessate-il-fuoco".

16 LUGLIO - Razzi Hezbollah su Haifa, 8 morti. Raid israeliani nel sud del Libano: 40 morti. Un missile su Tiro ucccide 16 persone. Messaggio tv del leader dei miliziani Nasrallah: "Questo è solo l'inizio". La Siria: "Se attaccati reagiremo con tutti i mezzi". Prodi chiede la mediazione iraniana.

17 LUGLIO - Le truppe israeliane entrano in Libano. Sotto le bombe Beirut e Tripoli: più di 40 i morti. Evacuati migliaia di stranieri dalla capitale. La chiusura del G8 a San Pietroburgo, intanto, è segnata dalla proposta del segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan di creare una forza internazionale di sicurezza nel sud del Paese. Il premier israeliano Olmert respinge la proposta dell'Onu. Ed è muro contro muro con Hezbollah, che rifiuta le proposte internazionali di cessate il fuoco, giudicandole una "condizione israeliana".

18 LUGLIO - "L'offensiva in Libano continua": lo ribadisce il premier israeliano Olmert nel settimo giorno di guerra, denunciando anche il coinvolgimento dell'Errore. Riferimento a collegamento ipertestuale non valido.. Nella notte riprendono i raid aerei sul Paese, colpite 2 caserme. Almeno 15 le vittime di 50 azioni israeliane. Nuovi razzi hezbollah sulla città israeliana di Tiberiade, in Galilea. Intanto la Croce Rossa annuncia: gli sfollati sono 700mila, "ma il numero di profughi è destinato a crescere". Il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan avverte: la tregua prima dell'invio delle forze Onu.

19 LUGLIO - Non si ferma l'offensiva israeliana in Libano. Almeno 85 i morti tra cui 70 libanesi e 15 palestinesi, a cui vanno aggiunti quattro israeliani - due soldati e due bambini - nell'ottava giornata di guerra, la più sanguinosa dall'inizio del conflitto. Appello del premier libanese Fuad Siniora: "Il mondo ci aiuti a disarmare Hezbollah. Prima di tutto - ha aggiunto - devono cessare i bombardamenti israeliani".

20 LUGLIO - Il leader Hezbollah, Hassan Nasrallah, dichiara che il suo movimento non rilascerà i soldati israeliani rapiti se non in seguito a uno scambio di prigionieri grazie a negoziati indiretti. Il premier israeliano Olmert cede alle pressioni internazionali: "Sì a un corridoio umanitario". Proseguono le operazioni militari: nuove offensive israeliane in Libano. I marines di nuovo a Beirut dopo 23 anni per evacuare i cittadini americani. Il segretario dell'Onu, Kofi Annan, condanna sia Israele che Hezbollah

21 luglio 2006

 

da L'OSSERVATORE ROMANO

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

2006-07-23

23 luglio: la Chiesa in comunione con il Papa
rivolge a Dio la voce disarmata e potente della preghiera

In ginocchio per la pace

Annunciata per mercoledì 26 una Conferenza internazionale a Roma
per fermare la guerra e per cercare soluzioni alla crisi

In ginocchio per la pace. Nell'atteggiamento fiducioso di chi rivolge la sua invocazione a Dio, i cattolici di tutto il mondo accolgono in questa domenica 23 luglio il pressante invito a una speciale giornata di preghiera e di penitenza giunto da Benedetto XVI. Per giorni e giorni il boato delle esplosioni e la profanazione che le bombe fanno dell'uomo, hanno coperto le voci straziate delle vittime e quelle accorate di quanti, in Libano, in Israele, nei Territori, nel mondo tutto, invocano con ostinata speranza nell'uomo le vie della pace. È contro questa profanazione che torna a levarsi, disarmata e potente, la preghiera di quanti la pace invocano e testimoniano.
NEW YORK, 22.
La diplomazia internazionale cerca di accelerare le iniziative per fermare la grave crisi mediorientale degenerata da ormai undici giorni in guerra in Libano. Una svolta, dopo che il dibattito all'Onu ha fatto registrare persistenti divergenze, potrebbe esserci in occasione della Conferenza internazionale a Roma di mercoledì prossimo. La Conferenza, annunciata ieri contemporaneamente dal Ministro degli esteri italiano Massimo D'Alema e dal Segretario di Stato Usa Condoleeza Rice, ha l'obiettivo di costituire un "gruppo di contatto" sul Libano che individui i possibili percorsi per arginare la gravissima crisi. Alla Conferenza parteciperanno Onu, Unione Europea, Russia, Stati Uniti, Italia, Francia, Gran Bretagna, Arabia Saudita, Egitto e Giordania. Interverrà il Governo del Libano, ma non quello di Israele.
Prima dell'appuntamento a Roma, la signora Rice condurrà una missione in Israele e nei Territori palestinesi. La signora Rice ha dichiarato ieri che quelli di Roma saranno "contatti chiave", ma ha ribadito che l'obiettivo della sua missione non è quello di un cessate-il-fuoco immediato, che sarebbe a suo parere "una falsa speranza, se si riducesse a un ritorno allo statu quo", ma di una tregua che tenga e che possa preludere a una pace duratura. Di "individuare le vie per arrivare a un cessate-il-fuoco e per lanciare un'operazione umanitaria", oltre che di "ragionare sulla possibile stabilizzazione della regione, anche attraverso l'impiego di una forza multinazionale" ha parlato da parte sua il Ministro degli esteri italiano.
Diversi Governi, nelle loro capitali, come pure durante la riunione a porte aperte del Consiglio di sicurezza dell'Onu conclusa ieri a New York, hanno espresso l'urgenza di un cessate-il-fuoco, sostenendo la posizione in merito presa da Russia e Francia, oltre che dal Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan. Nelle consultazioni multilaterali, come detto, gli Stati Uniti hanno invece confermato la loro opposizione alla linea del cessate-il-fuoco immediato sostenuta da Kofi Annan, sostenendo appunto che la tregua deve essere duratura e preludere a una pace permanente.
Alla riunione a porte aperte del Consiglio di sicurezza dell'Onu dedicata alla crisi israelo-libanese ci sono stati circa quaranta interventi. Hanno preso la parola soprattutto Paesi arabi, che hanno duramente criticato Israele, accusando il Consiglio di sicurezza di non far nulla per arginare l'attacco contro il Libano. Da parte sua, l'ambasciatore israeliano Dan Gillerman, ha definito "surreale" la descrizione della situazione da parte palestinese e araba in generale, perché non si parla mai dei due militari presi in ostaggio dagli Hezbollah e si dimentica che città israeliane come Haifa sono l'obiettivo del lancio di missili.

(©L'Osservatore Romano - 23 Luglio 206)

l'UNITA'

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Dall'UNITA'

2006-07-23

Anche Kofi Annan, segretario generale dell´Onu, sarà mercoledì a Roma per la Conferenza Internazionale sul Libano. Ad anticipare la notizia è stato l´inviato dell´Onu a New York per il Libano e la Siria Terje Roed Larsen e la notizia ha trovato conferma a Roma. "Ora c'è il senso dell'emergenza, ma anche la consapevolezza che bisogna dare energia al processo diplomatico e creare delle condizioni di base che siano le più robuste possibili". Questo l'obiettivo della Conferenza Internazionale del 26 luglio secondo l´inviato delle Nazioni Unite. Roed Larsen ha anche confermato che mercoledì saranno presenti tutti i Paesi e le organizzazioni internazionale che sono già coinvolti nella ricostruzione del Libano dopo la fine della lunga guerra civile. "C'è oggi in più un nuovo vasto accordo internazionale sul fatto che, per raggiungere un cessate il fuoco, bisogna creare le necessarie condizioni", ha spiegato l'inviato dell'Onu. Infatti, "purtroppo non è realistico ottenere un cessate il fuoco semplicemente la richiesta di un cessate il fuoco" ha sottolineato Roed Larsen, ma solo il consenso su alcuni punti chiave può guidare "un piano d'azione che metta fine al bagno di sangue ed alle sofferenze in Israele ed in Libano. Ecco perché si è convocata la Conferenza internazionale di Roma" ha poi concluso l´inviato.
La partecipazione di Kofi Annan va a sommarsi alle importanti personalità internazionali che prenderanno parte alla conferenza. Il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, che ha annunciato che la sua presenza a Roma sarà preceduta da un viaggio programmato per domenica in Medio Oriente. Per il ministro degli Esteri italiano, Massimo D'Alema, i colloqui, che si svolgeranno alla Farnesina, avranno l'obiettivo di "individuare insieme le vie per arrivare ad un cessate il fuoco, per rilanciare l'azione umanitaria verso la popolazione libanese e ragionare su una stabilizzazione nella regione". Alla conferenza parteciperanno anche la Francia, la Gran Bretagna, Russia, Egitto e Arabia Saudita, la Commissione Europea e la Banca Mondiale. "Una gara di tempo con la guerra. La gara è tra Roma e la Marun al Ras (tra la diplomazia, cioè, e la situazione sul campo dove nella cittadina di Marun al Ras ci sono stati i più violenti scontri tra esercito israeliani e miliziani Hezbollah)" questo, secondo quanto riportato dal quotidiano libanese Annabar, ciò che si attendono i libanesi dalla conferenza di Roma
"Spero che l'incontro vada bene, in questo modo la nostra soddisfazione sarà ancora più grande". Così, invece ha commentato la conferenza di mercoledì il presidente del Consiglio italiano Romano Prodi, che definisce "importante" il fatto che sia stata scelta proprio l'Italia come sede della riunione durante la quale si cercheranno di mettere a punto strategie per risolvere la crisi in Medio Oriente.

Pubblicato il 22.07.06

 

 

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